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Harry Potter e l'Ordine della Fenice
Ho appena finito di vedere Harry Potter e l'ordine della fenice oggi uscito nelle sale. Il Barberini era pieno di gente e il film non ha deluso, mi ha colpito e lasciato un senso di bene. Un film nuovo, dai toni sensibilmente differenti ma con lo stesso nocciolo duro che in forma diversa anima nascostamente le storie. Mi riferisco alla lotta fra il bene e il male, il riconoscere ed accettare quel groviglio di bene e male che c'è dentro ciascuno di noi, l'evitare lo scandalo dinanzi al negativo di cui siamo capaci (Harry e Voldemort sono simili nella loro sinigolarità e la cosa tanto diturba il maghetto!) ed accettare la sfida del bene: sul palcoscenico della vita reale va in scena il dramma della lotta agonica tra bene e male. Si combatte, e come in una guerra si contano i morti: prima Cédric, oggi Sirius Black, domani Dumbledore, ma la vittoria finale non può accadere se non passando attraverso il sacrificio e la morte: non si sconfigge il male a chiacchiere o facendo buoni propositi ma rischiando e morendo. Ed ha senso non cedere alla tentazione, alla lusinga del male perchè dalla parte del male mancano le due sole cose che rendono la vita valevole di essere vissuta: l'amicizia e l'amore. Per questo, come ricorda Harry, il male non potrà vincere, perchè privo di queste due cose che sono la più potente attrattiva. Penso che alla fine della saga la vittoria definitiva sul male potrà essere conquistata solo mediante la morte del combattente. Vedremo fra qualche giorno quando uscirà l'ultimo capitolo e come due anni fa in Irlanda, quest'anno dovrei esserci all'Harry Potter Day ma negli Stati Uniti. Una nota di colore: ad un certo punto durante una scena con protagonista Piton, dalla sala qualcuno ha cantato il triangolo no!. Che risate! ma Piton assomiglia davvero a Renato Zero.
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