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Finalmente il silenzio
Finalmente il silenzio.
Mi sorprendo nel riconoscerlo
dopo tanto farneticante rumore.
Il frastuono della vita svuotata
riempie vanamente il tempo,
assorda il cuore col suo disordine.
Travolto dall'insignificanza del vivere inadeguato
scorgo sfuocati barlumi di autenticità
mentre la corrente vorticosamente trascina,
rendendo incapaci di osservare e pensare.
Il caos del tempo definisce l'orbitale del senso
dove tutto diventa probabile e nulla è vero.
Sale la piena
ti rassegni a soccombere
gli argini ancora un volta reggono.
Hai promesso nella paura
hai tradito nello scampato pericolo.
Attendi inerme l'inevitabile scotto
perchè non c'è ingiustizia che non paghi fio.
Sale di nuovo l'onda atterrente del pensiero;
la foga del confuso e affastellato
già attenta ancora la fragile tregua;
ma finalmente il silenzio impetrante
che il tempo non passi invano
che ogni cosa lasci il segno
che la vita si raffermi in grumi di memoria
che lo scuotimento al fine sedimenti
ossalati di senso
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