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Affetti e Dolore
Chissà quante volte abbiamo sentito ripetere quella frase che l'autore del libro sacro, in tutto il suo realismo e crudo disincanto, ha coniato facendosi espressione del comune sentire dell'uomo: "chi accresce la conoscenza accresce la sofferenza"; è interessante che la traduzione inglese usi per sofferenza la parola "grief" che è quella usata abitualmente per descrivere il dolore, la extreme sadness che uno prova quando muore una persona che si ama. Quando si vive con più consapevolezza, quando non si è distratti rispetto alla vita, quando la si "prende sul serio", quando si va a fondo delle proprie domande, dei bisogni autentici e profondi che ci definiscono, è come se si diventassi più "scoperti" dinanzi alla vita, al suo significato e al suo dramma.
Eppure mi sono ormai reso conto che non può essere la conoscenza (la scientia come traduce il latino) ad essere il motivo più profondo del dolore umano. Non è chi conosce di più che soffre di più, ma è chi ama di più che si espone al rischio di soffrire di più. Magari non è automatico il nesso amare-soffrire ma certo è altissimo il rischio che accada. Qualche giorno fa, leggendo l'intervista ad una persona del mondo dello spettacolo, mi ha fatto riflettere una cosa; quell'uomo alla domanda leopardiana, se avesse voluto rinascere e rivivere la vita, ha risposto che non sarebbe voluto rinascere perché aveva sofferto tanto; se non fossi nato, diceva, non avrei sofferto per aver visto mio padre morire, per aver perso mia figlia e per ritrovarmi ora completamente solo (perché senza una moglie). Queste parole, piuttosto ordinarie, mi hanno fatto riflettere sul fatto che ciò che veramente fa soffrire nella vita sono gli affetti, le relazioni. Se non ci fossero relazioni, se fossimo isole solitarie irraggiungibili, monadi senza porte e finestre, sarebbe tutto più facile; probabilmente non sarebbe vita ma almeno si soffrirebbe di meno. Che cosa ci fa soffrire realmente nella vita? Tutto quello che appartiene al mondo degli affetti e che tanto più è doloroso quanto più è profondo. Si soffre per una fiducia tradita, una riconoscenza negata, un'amicizia interrotta, un amore finito, un affetto che se ne va, un distacco da chi ci o a cui si vuol bene, e si potrebbe continuare. Tutti questi "dolori" sono sempre connessi con gli affetti e più è grande l'affetto più è grande il dolore quando la relazione finisce, si interrompe. Dove non ci sono affetti non c'è dolore e se non provassimo affetti ci risparmieremmo il grief per tutti coloro che ci lasciano, per tutti i fallimenti e le incomprensioni. Più la vita è ricca di affetti più è esposta al dolore. Questo è il vero paradosso della vita: che rispetto a ciò di cui, gli affetti, meno possiamo privarci, più siamo esposti al soffrire. E più "investi", cioè ti lasci prendere travolgere (appunto investire) dagli affetti più devi prepararti a soffrire; sembra quasi inevitabile perché sai che gli affetti saranno pure eterni ma non si danno mai senza il dover attraversare la notte oscura del dolore. È proprio vero ed umano che a chi più ama più viene dato, nel bene e nella gioia come nell'angoscia e nel dolore. A volte si è tentati di volere una vita asfittica di affetti, quel minimo indispensabile per non correre rischi, per evitare scottature soprattutto quando la vita troppo presto ti ha spiattellato in faccia la verità del volere bene, quell'ineliminabile dolore connesso all'affetto; ma senza affetti non c'è più vita e la bellezza e felicità che gli affetti procurano valgono ben oltre il grief che quasi sempre li accompagna. Anche questo è segno espressivo di quel "misterio eterno dell'esser nostro" che stupisce e atterra, conquista e preoccupa, seduce e inquieta.
Commenti
Antonio 28 Febbraio 2009
Azzardo tre spunti di riflessione: 1) Appurato che l'uomo è nato per amare e per essere amato e che l'amore è accompagnato sempre dal dolore, è anche vero però che, poichè continuiamo a ricercare gli affetti nonostante tutto, ciò è dovuto al fatto che l'amore ha una spinta propulsiva che supera il dolore, come se ce l'avessimo nel Dna. Lo stesso Gesù, sulla croce, vive i due estremi, amore e dolore, ma vince l'amore. 2) Guardo sempre con estrema curiosità coloro che si credono così sapienti da sapere tutto di Dio e quelli che al contrario hanno raggiunto la certezza della sua non esistenza. Come si fa ad avere simili certezze quando l'uomo è un perfetto sconosciuto a se stesso e anzi, non sa nemmeno perchè vive con una persona accanto (e solo quella...) per tutta la vita? Non è un enorme mistero il matrimonio? 3) Il dolore in realtà non si pone sullo stesso piano dell'amore, ma ad un gradino inferiore. Esso è sempre assenza di amore, mentre l'amore sussiste da solo.
Francesca 1 Marzo 2009
La cosa certa di tutto questo è che senza amore non si può vivere...l'amore ti riempie l'anima anche solo nel caso in cui sei solo tu a provarlo...è vero,tante volte,soprattutto nella mia vita mi sono detta "ma perchè è così difficile amare?" eppure,ogni qualvolta mi sono chiusa in me stessa e non mi sono donata agli altri con amore,mi sono sempre sentita vuota.All'inizio potevo sentirmi apparentemente bene,senza problemi,sola con me stessa,ma poi,cominci a sentirti vuoto dentro,ti guardi intorno e non c'è nessuno...In verità il fatto è che nessuno puà stare senza amare e se lo fa prima o poi si sentirà una persona triste e nulla.Nella mia esperienza personale posso dire che in tutte le esperienze di amore di qualsiasi genere,non ce n'è mai stata una in cui io non abbia sofferto e sofferto tanto ma la sofferenza va affrontata e trasformata in qualcosa che ti rafforza e ti rende capace piano piano di dare altro amore...in quei momenti vorresti morire,sparire ma tutto fa parte della vita e tutto lascia un segno indelebile in essa!Concludo con una canzone famosissima che esprime questo:
"avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano camminerai dimenticando ti fermerai sognando avrai avrai avrai la stessa mia triste speranza e sentirai di non avere amato mai abbastanza se amore amore avrai..."
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Pierluigi 28 Febbraio 2009
Tuttavia tu sai questo, gli puoi dare un nome, descriverlo, e penetrarne il senso proprio perche' in merito a cio' hai accresciuto la tua conoscenza. Certo se tu ignorassi non soffriresti di meno per le cause che qui invochi, ma conoscendole proprio questo di fa soffrire ancora di piu' e si ritorna daccapo, soggettivamente e oggettivamente: "chi accresce la conoscenza accresce il dolore" perche' non piu' ignoto ma conosciuto nelle cause e nelle conseguenze... almeno a me pare cosi'